Project Description
A metà degli anni Cinquanta l’emergenza del dopoguerra è conclusa e la società italiana si avvia verso la stagione del boom ecomomico. Roma e Cinecittà, presto ribattezzata Hollywood sul Tevere, sono set di numerosi film di produzione americana. Diversi fotografi colgono l’occasione per realizzare ritratti di personaggi famosi in giro per la città da rivendere ai giornali. Tazio Secchiaroli è uno di loro, ma diversamente dai suoi colleghi intuisce che lo scatto giusto è quello che crea lo scompiglio e lo scandalo. Non accetta più di aspettare il benestare della celebrità per far scattare il suo flash, ma cerca la fotografia indesiderata, provocatoria, imbarazzante. E’ così che nascono i suoi reportage più noti: le lunghe litigate tra Anita Ekberg e Anthony Steel, le fughe di Ava Gardner, lo spogliarello di Aiché Nanà al Rugantino. Diventa celebre quanto i suoi soggetti. Altri colleghi seguono la sua strada: Elio Sorci, Sandro Vespasiani, Pierluigi, Marcello Geppetti, Paolo Pavia e pochi altri: sono i fotografi d’assalto. Federico Fellini cerca il tema per il suo prossimo film e lo trova nelle fotografie di Tazio Secchiaroli. Nasce La dolce vita. Da allora i fotografi d’assalto saranno conosciuti come “paparazzi”, un neologismo che diventa nuovo genere fotografico. Ma Tazio Secchiaroli lascia presto via Veneto e dintorni, ritenendola un’epoca finita, ed entra lui stesso nel mondo del cinema come fotografo di special sui più importanti set: sarà con Fellini fino a La voce della Luna, fotografo personale di Sophia Loren. Secchiaroli porta sul set un nuovo modo di fotografare, libero di cogliere il clima del backstage. Il suo stile di reporter del cinema si impone così come si era imposto il suo reportage di strada; apprezzato e cercato da registi e divi è ancora oggi il punto di riferimento di chi vuole fotografare la realtà della jet society e del cinema.