Fotografare l’arte
A cura di Tatiana Agliani, Renato Corsini, Albano Morandi, in collaborazione con Massimo Minini.

Dal 10 novembre 2018 al 13 gennaio 2019
Inaugurazione sabato 10 novembre, ore 19

Ingresso libero negli orari di apertura del Macof

La documentazione dell’opera d’arte e la sua interpretazione o reinvenzione. L’artista che allude nell’espressione e nella posa al proprio ruolo e alla propria poetica o che invece si mostra come un uomo comune, in un’ordinaria quotidianità. Gli strumenti del mestiere, l’ambiente di lavoro, come traccia per leggere la genesi dell’opera creativa, o il volto, percepito come specchio della personalità. Il personaggio pubblico e il “genio creatore”, l’artista trasgressivo e anticonvenzionale e il Maestro, ritratto nell’autorevolezza e nel conformismo di un ambiente borghese… In sintesi, le diverse iconografie dell’artista e della sua opera nella fotografia italiana dal secondo dopoguerra ad oggi.

È questo il tema della mostra Fotografare l’arte che nelle sue immagini dipana la memoria affascinante e intricata delle trasformazioni nel mondo dell’arte e di quelle, parallele, della fotografia che lo racconta: il ruolo dell’artista, il suo status sociale, la concezione dell’arte e il suo modificarsi, ma anche gli stili, le scelte espressive, le finalità narrative di una fotografia che muta nel tempo il suo rapporto con l’arte e il suo modo di vederla e interpretarla. Dalla pesante eredità del ritratto pittorico, all’ampliarsi dello spettro delle rappresentazioni possibili fra gli anni cinquanta e i sessanta, con l’ingresso dell’artista in una nuova industria culturale e l’affermarsi di una fotografia di reportage che ne racconta il personaggio per il grande pubblico dei rotocalchi illustrati. Dai “destini incrociati” di fotografi che vivono lo stesso milieu culturale degli artisti e ne catturano l’atmosfera, alla svolta della fine degli anni sessanta in cui una profonda trasformazione tanto nella concezione dell’arte che della fotografia porta ad un nuovo ruolo del fotografo come testimone delle istallazioni e delle performance dei movimenti artistici del tempo, interprete di un’arte che allenta sempre più il suo legame con l’opera oggetto di una fruizione estetica e si fa concetto e provocazione.

Questa esposizione offre dunque l’occasione di una riflessione sulle molteplici rappresentazioni della figura dell’artista, legate a diversi modelli culturali, e propone al contempo con prepotenza il nodo teorico centrale dell’interpretazione dell’opera d’arte, riflettendo sulle diverse modalità narrative scelte per capire e raccontare il senso dell’opera e il mistero della creazione artistica e intellettuale.

Non è una storia per immagini della scena artistica degli ultimi settant’anni, anche se diversi momenti e percorsi dell’arte italiana emergono naturalmente dal racconto, né una storia con ambizioni di esaustività dei fotografi che hanno raccontato questo mondo, ma una proposta di lettura, costruita su esempi e suggestioni, di diversi momenti di incontro e di dialogo tra la fotografia italiana e il mondo dell’arte, e delle riflessioni sui propri rispettivi linguaggi che ne sono scaturite. (Tatiana Agliani)